La Convenzione di Istanbul entra in vigore il primo agosto 2014. D.i.Re chiede che venga pienamente applicata. Nel nostro Paese ed in Europa è una tappa fondamentale nella storia del movimento delle donne ma molto resta da fare per migliorare la situazione delle donne che decidono di uscire dalla violenza.
I centri antiviolenza aderenti a D.i.Re e la rete Wave (Women Against Violence Europe) chiedono ai governi europei e a quello italiano che la Convenzione di Istanbul venga pienamente applicata e che sia implementata con azioni concrete che ne rispettino lo spirito e realizzino le direttive.
L’Italia ha ratificato il trattato europeo da un anno impegnandosi a colmare le lacune che ancora esistono nel nostro Paese, carente di azioni efficaci nel riconoscimento del fenomeno della violenza, nella raccolta e nell’analisi dei dati, nel sostegno alle donne e nella prevenzione. Ad oggi 13 Paesi, fra cui l’Italia, hanno ratificato la Convenzione e 25 l’hanno sottoscritta. Dal primo Agosto l’Italia, firmando la Convenzione, dovrà adeguarsi al sistema di interventi previsto, a partire dall’indispensabile sostegno ai Centri antiviolenza che ad oggi non ricevono adeguati finanziamenti per portare avanti le attività di prevenzione e contrasto al fenomeno. E certamente la suddivisione dei fondi decisa recentemente in sede di Conferenza Stato-Regioni, in attuazione della legge 119/13, non va in questa direzione. D.i.Re lo ha manifestato chiamando alla mobilitazione le donne dei Centri di tutta Italia lo scorso 10 luglio a Roma.
I quattro temi portanti della Convenzione riguardano la Protezione, il Diritto sostanziale, il Monitoraggio e la Prosecuzione.
WAVE con la campagna ISIGN, avviata nel 2013, promuove e sostiene la ratifica e l’applicazione della Convenzione di Istanbul al fine di armonizzare i valori promossi dall’Unione Europea riguardo alla prevenzione e alla lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica. Il progetto è volto anche ad osservare la rispondenza della legislazione dei paesi membri agli obblighi della Convenzione (http://www.podpisem.org/).
Il Country Report, pubblicato da WAVE annualmente, nel fornire informazioni sulla situazione attuale dei servizi specialistici disponibili a livello dei 46 Paesi Europei, riporta per il 2013 che non tutti i Paesi in Europa hanno finora creato un numero nazionale di pubblica utilità gratuito h24 per le donne. Le linee telefoniche di aiuto per le donne sono presenti in 31 dei 46 paesi europei, solo 17 di queste sono attive h24 e gratuite, con il risultato che solo il 27% dei paesi rispetta la specifica raccomandazione della Task force del Consiglio d’Europa.
Conseguentemente WAVE raccomanda di migliorare e estendere i servizi per le donne e in particolare per i centri antiviolenza. WAVE invita i Paesi Europei che non lo hanno ancora fatto a firmare e a ratificare la Convenzione di Istanbul e accoglie i progressi fatti finora. Riconosce altresì che sforzi ulteriori e impegni rinnovati da parte degli Stati siano ancora necessari per contribuire efficacemente a prevenire e a combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica. WAVE spera che, lavorando in rete con i governi e la società civile, tutte le forme e i tipi di violenza contro le donne possano un giorno appartenere al passato.
25 luglio 2014
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