All’indomani della manifestazione nazionale di piazza che nella giornata dell’otto marzo ha visto noi donne, operatrici del Centro Antiviolenza Thamaia, insieme ad altre donne di associazioni femministe e singole soggettività, manifestare contro ogni forma di violenza patriarcale, l’ennesima violenza è stata agita sul corpo di una giovane donna. Un’altra violenza che si viene a sommare alle agghiaccianti storie di violenza sessuale a cui ogni giorno assistiamo lungo le strade, nelle stazioni metropolitane, nelle discoteche così come nelle mura di casa da Milano a Firenze, passando per Napoli fino a Catania e in ogni dove nel mondo.
E ad ogni latitudine l’uomo violento è sempre lui, il figlio sano del patriarcato, non è malato, non è fuori controllo perché sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti, non è in preda ad un raptus, ma semplicemente è figlio di un sistema misogino che vigliaccamente e scientemente usa la propria supremazia di potere maschile.
Come donne ed operatrici di un Centro Antiviolenza,esprimiamo, ancora attonite, il nostro sdegno e più profondo turbamento per la ignobile violenza inferta a Catania, nella notte di venerdì 15 marzo, ai danni di unagiovane turista americana, da parte di tre uomini, rappresentanti di quella stessa cultura machista che agisce indisturbata e che vive nella convinzione di poter disporre liberamente del corpo di una donna a proprio uso e consumo.
La violenza maschile contro le donne non è una questione emergenziale ma è un fenomeno sociale, culturale, sistemico e strutturale che nasce e si nutre della disparità di potere tra uomo e donna, per questo per contrastarla sono necessarie politiche globali ed integrate di prevenzione, sensibilizzazione, formazione, oltre ad una strategia articolata e un lavoro tra attori impegnati su fronti diversi.
E’ necessario un grande progetto politico volto al contrasto e al cambiamento di quella cultura che ancora oggi minimizza, giustifica, rende possibile la violenza maschile sulle donne.
E a chi sostiene che abbiamo bisogno di protezione, noi rispondiamo che le strade sicure le fanno le donne, libere di scegliere, libere di ribellarsi ad ogni logica impari di possesso e di controllo.
Contro questo ennesimo attacco alle nostre vite ed alla nostra libertà, contro questo ennesimo tentativo di mistificare la realtà dei fatti banalizzando e derubricando uno stupro a bravata commessa da giovani ragazzi, noi donne ed operatrici del Centro Antiviolenza Thamaia, esprimiamo sostegno e solidarietà per quanto accaduto ad una di noi.
Se toccano una, toccano tutte