Venerdì 22 marzo, presso l’Hotel Nettuno di Catania, si svolgerà la conferenza “Per la famiglia di sempre, una svolta identitaria”, promossa dal gruppo Catania Identitaria che sostiene il partito “Salvini premier”.
All’evento sarà presente il senatore della Lega Simone Pillon, primo firmatario del DDL 735 “Norme in materia di affido condiviso”, membro del gruppo parlamentare Vita Famiglia e Libertà e sostenitore del Congresso Mondiale delle Famiglie, previsto a Verona dal 29 al 31 marzo.
Riteniamo che il DDL presentato dal senatore Pillon ed altri, rappresenti paradigmaticamente la sistematizzazione di un processo di riappropriazione del potere maschile minacciato dalle nuove norme transnazionali e, in particolare, dalla Convenzione di Istanbul.
Il disegno di legge intende introdurre modifiche normative riguardanti:
– mediazione civile obbligatoria per tutte le separazioni in cui siano coinvolti figli e figlie minorenni, vietata dalla Convenzione di Istanbul;
– affidamento congiunto e doppio domicilio per minori;
– mantenimento in forma diretta dei figli e delle figlie in misura proporzionale al reddito e ai tempi di permanenza presso ciascun genitore;
– contrasto dell’alienazione genitoriale che, disconfermata dal mondo scientifico, rientra mal camuffata come supposta tutela dei “diritti relazionali” dei/delle minori.
Il DDL fa pensare che chi ha redatto il testo sia completamente decontestualizzato e non tenga conto di cosa accade nei tribunali, nei territori e, soprattutto, tra le mura domestiche.
Il testo sembra quasi completamente ignorare la pervasività e l’insistenza della violenza maschile che determina in maniera molto significativa le richieste di separazioni e genera le situazioni di maggiore tensione nell’affidamento dei figli e delle figlie che diventano per i padri oggetto di contesa e strumento per continuare ad esercitare potere e controllo sulle madri.
Ignora, inoltre, il persistente squilibrio di potere e di accesso alle risorse, dando per scontate disponibilità economiche, molto spesso impossibili da garantire per le donne, in un paese con elevatissimi tassi di disoccupazione femminile, in cui è ancora presente il gap salariale. Situazione questa che continua ad espellere dal mercato del lavoro le madri, ne penalizza la carriera e garantisce sempre meno servizi in grado di conciliare le scelte genitoriali con quelle professionali, mentre scarica i crescenti tagli al welfare sulle donne schiacciate dai compiti di cura.
Già oggi nei tribunali le donne incontrano difficoltà enormi nel denunciare le violenze subite, non sono credute e devono affrontare una pesante ri-vittimizzazione. Inoltre colpevolizza in ogni caso le madri, accusate di non essere riuscite a tenere insieme la famiglia, di non aver tutelato i/le minori dalla violenza diretta e assistita o di non consentire ai padri di continuare a mantenere una relazione con i figlie le figlie generando in essi “estraniazione”, “avversità”, “alienazione”.
Ignora totalmente la violenza assistita, cozzando con il nostro codice penale e con la Convenzione di Istanbul, nonché gravando irrimediabilmente sul/lla minore a cui si chiede, e si impone, una sorta di “lealtà” verso il genitore violento.
Un tale dispositivo normativo, se approvato, comporterebbe, quindi, per gran parte delle donne, in particolare per quelle con minori opportunità e risorse economiche, l’impossibilità di fatto a chiedere la separazione e a mettere fine a relazioni violente, determinando il permanere di situazioni di pregiudizio e di rischio, in aperta contraddizione con l’attenzione alla sicurezza tanto centrale per questo governo.
Riteniamo che il ddl Pillon rappresenti una presa di posizione consapevole a supporto di una cultura patriarcale che, fingendo di mettere al centro la famiglia come istituto astratto e borghese, tenta di schiacciare la soggettività e la libertà delle donne ancorché dei/lle minori.
Per queste ragioni l’Associazione Thamaia, che da 18 anni affianca le tante donne oppresse da violenze, soprusi, divieti e privazioni, e sostiene le loro figlie e i loro figli, chiede l’immediato ritiro del decreto, anche attraverso la petizione lanciata su Change.org che ha già raccolto oltre 155 mila firme.
Ci troveremo tutte in presidio in piazza Nettuno alle ore 17.00 per ribadire ancora una volta il nostro No al DDL Pillon.
Associazione Thamaia Onlus