Comunicato stampa Thamaia in occasione dell’8 marzo
Come ogni anno l’8 marzo è il momento per noi, attiviste, operatrici, volontarie del Centro Antiviolenza Thamaia, di fare un’analisi politica della condizione che vivono le donne, nei diversi ambiti della loro vita.
Si da per scontato che, una volta raggiunte, certe conquiste di libertà si fissino nella cultura, senza bisogno di essere ribadite giorno per giorno. La storia ci ha insegnato che purtroppo questo non accade quasi mai e dopo il riconoscimento ottenuto si è soliti abbassare la guardia consentendo che i diritti, le conquiste vengano costantemente messe in discussione, minacciate, basti pensare alla legge sull’interruzione della gravidanza sostanzialmente disapplicata.
Il necessario bilancio che si impone in occasione di giornate come quella internazionale della donna, registra ancora dati preoccupanti. Oggi la violenza che le donne subiscono nell’ambito di una relazione intima ed affettiva con un partner o ex partner si attesta su percentuali elevate, pari pressappoco al 73%, percentuale che si affianca a quella altrettanto significativa (9%) delle molestie fisiche e dei ricatti sessuali nei luogo di lavoro, oltre a declinarsi in una costante discriminazione subita in termini di differenziale salariale (16.3%) di tassi di disoccupazione (48.6%), di mancanza di opportunità lavorative e professionali, di disparità nella distribuzione del lavoro di cura, di discrepanza nei redditi e nelle pensioni.
Le donne continuano a subire violenza dall’oppressione e dall’invisibilizzazione agita dal potere patriarcale, disconosciute nelle loro soggettività e vessate o uccise, qualora cerchino di riappropriarsene.
La violenza istituzionale agisce attraverso la chiusura dei Centri Antiviolenza, agisce attraverso la costante sottrazione di luoghi di pratica femminista, agisce attraverso l’aggressione del ricatto economico e del controllo istituzionale.
Questo 8 marzo, che arriva dopo due anni di pandemia, ci mette di fronte una nuova urgenza: la guerra.
Come donne, cittadine, europee, femministe condanniamo l’ennesima espressione del potere patriarcale che agisce e si impone attraverso la violenza, che non è solo quella delle bombe e dei proiettili ma è anche la violenza sessuale storicamente utilizzata come arma di dominio dei popoli che espone ancora una volta, soprattutto le donne.
Ristabilire la pace, fermare la guerra s’impone come unica strada da percorrere.
Sosteniamo il principio di autodeterminazione dei popoli, questo 8 marzo diciamo con forza No alla guerra, no al patriarcato, no all’autoritarismo.
Quest’anno abbiamo deciso di non sospendere le attività di accoglienza, abbiamo deciso simbolicamente di stare al fianco di quelle donne che non tutelate giuridicamente non avranno la possibilità di scioperare poiché schiacciate dal peso del ricatto del lavoro precario.
Pertanto il Centro Antiviolenza resterà aperto.
Le donne di Thamaia, 8 marzo 2022
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