Per il secondo anno l’Associazione Thamaia, luogo simbolico e fisico di liberazione delle donne, aderisce allo sciopero globale delle donne, rivendicandolo come atto politico femminista.
Per tutte le donne, per quelle donne che hanno trovato nella resistenza di una vita di percosse, di mortificazioni, di vessazioni, di ricatti, di molestie, la forza per dare corpo e voce alla propria liberazione e per quelle donne che non hanno ancora intrapreso questo percorso perché ancora quella forza nel riscatto non l’hanno ancora agita.
Ancora oggi la violenza che le donne subiscono nell’ambito di una relazione intima ed affettiva con un partner o ex partner si attesta su percentuali elevate, pari pressappoco al 73%, percentuale che si affianca a quella altrettanto significativa (9%) delle molestie fisiche e dei ricatti sessuali nei luogo di lavoro (Istat 2016) oltre a declinarsi in una costante discriminazione subita in termini di differenziale salariale (16.3%) di tassi di disoccupazione (48.6%), di mancanza di opportunità lavorative e professionali, di disparità nella distribuzione del lavoro di cura (Il contributo dei mariti al lavoro domestico e di cura è solo del 29% anche nel caso in cui le mogli siano laureate ed occupate a tempo pieno), di discrepanza nei redditi e nelle pensioni (fino a 300 e 500 euro in meno).
Le donne continuano a subire violenza dall’oppressione del potere patriarcale, disconosciute nelle loro soggettività e vessate o ammazzate qualora cerchino di riappropriarsene.
La violenza istituzionale continua ad esercitarsi sui luoghi rappresentativi di quella liberazione, agisce attraverso la costante sottrazione di luoghi di pratica femminista, opera attraverso l’aggressione del ricatto economico e del controllo istituzionale dei Centri Antiviolenza che, schiacciati dalla mancanza di fondi, sono costretti a chiedere. Quella stessa sottrazione di potere economico che ostacola e rende faticoso il percorso di rivendicazione e di ribellione alla violenza maschile.
Il potere patriarcale ha molte facce e la violenza economica costituisce una delle possibili declinazioni con cui opera, attestandosi come la terza forma di violenza esercitata sulle donne (36,8%) dopo quella psicologica (80,9%) e quella fisica (65,2%) così come emerge dalla statistica dei Centri Antiviolenza (rilevazione finale 2016 D.i.Re). Anche quest’anno L’Associazione Thamaia, luogo di trasformazione politica e di sovvertimento delle gerarchie e delle norme di genere culturalmente imposte, luogo di mobilitazione e di resistenza contro ogni forma di sfruttamento machista e sessista, aderisce allo sciopero globale dell’8 marzo, ad una giornata politica di lotta e di sottrazione dal lavoro produttivo e riproduttivo.
Quest’anno però, a differenza di quello precedente, noi donne del Centro Antiviolenza abbiamo deciso di non sospendere le attività di accoglienza, abbiamo deciso simbolicamente di stare al fianco di quelle donne che non tutelate giuridicamente non avranno la possibilità di scioperare poiché schiacciate dal peso del ricatto del lavoro precario e non contrattualizzato. Sciopereremo invece dal lavoro riproduttivo, portando all’esterno delle case, in piazza, il potere salariale del lavoro domestico e di cura, reso invisibile dalla gratuità con cui viene culturalmente imposto sulle donne e reso opprimente per il gravoso squilibrio con cui viene distribuito tra i generi.
Pertanto il Centro Antiviolenza resterà aperto ma parallelamente agirà la sua protesta con un sit-in in Piazza Università, in prossimità del palazzo comunale, a partire dalle 10 per spiegare i motivi dello sciopero e porterà avanti la sua campagna di sensibilizzazione contro la violenza maschile sulle donne attraverso la distribuzione in alcuni panifici della città e delle zone di prossimità di buste del pane recanti lo slogan “Oggi non festeggio, Lotto per i diritti delle donne. Per troppe donne la violenza è pane quotidiano”.
Aderisce alla campagna tutto il movimento NonUnaDiMenoCatania.
Nel pomeriggio, infine, ci ritroveremo tutte alle 16:30 in piazza Roma per il grande corteo che muoverà lungo la via Etnea fino a Piazza Università rendendo corale la nostra protesta sull’onda che dal #metoo ci vede, ancora una volta, riunite in tutto il pianeta al grido di #wetoogether: Nonunadimeno.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo.
#NonUnaDiMeno #LottoMarzo #Metoo #WeToogether
Le donne di Thamaia
Catania, 8 marzo 2018